Mais Marano

La polenta non può mai mancare quando si tratta di accompagnare alcuni dei piatti più importanti della tradizione gastronomica berica. “Poenta e bacalà” è un matrimonio irrinunciabile, ma il binomio si ripete in tantissime altre occasioni: “poenta e soprèssa” è un antipasto (o un secondo piatto) coi fiocchi, così come, in stagione, non può mancare nel menu del buongustaio almeno un “incontro” con polenta e funghi del territorio oppure con la classica polenta e formajo (nel vicentino soprattutto l’Asiago e il Vezzena). E poi la polenta accompagna degnamente le grigliate di carne ed esalta un piatto tipico per eccellenza come la sparagagna alla vicentina, un modo del tutto originale di cucinare le costine di maiale (passate nella farina e cucinate in un tegame, dove si è preventivamente scaldato dell’olio profumato con aglio, mezza cipolla lasciata intera, un rametto di rosmarino e poche foglie di salvia).

Ma con quale farina di mais si ottiene la migliore polenta? La battaglia è ardua. Di certo però un posto d’onore lo ricopre la farina di Mais Marano, un incrocio di due varietà di mais locali (il Pignoletto d’Oro e il Nostrano) ottenuto dall’agricoltore Antonio Fioretti nel lontano 1890 e che dopo un periodo di dimenticanza è stata negli ultimi anni riscoperta e valorizzata, al punto che anche questo prodotto può contare sull’attività di promozione e tutela messa in campo da una specifica Confraternita.

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