E pensare che, in un passato assai remoto, le sue foglie erano utilizzate come foraggio per gli animali e le radici, seccate, tostate e macinate, servivano per sostituire il caffè. Oggi tutto questo sarebbe un delitto, considerato che il radicchio, ed in particolare il radicchio rosso prodotto in alcune aree del Vicentino (dove trova un terreno sciolto e ben drenato) è una specialità che tiene alto il nome della gastronomia veneta (regione, tra l’altro, roccaforte di tutti i radicchi italiani). Di questa produzione autoctona, Asigliano rappresenta un po’ la punta di diamante, considerato che in stagione (da luglio a novembre per la varietà precoce e da agosto a gennaio per quella tardiva) questo territorio si colora del rosso acceso di questi “fiori d’inverno”.
L’ideale per apprezzare il radicchio rosso è una bella insalata, ma i ristoratori del territorio hanno saputo ben interpretarlo anche in succulenti piatti della tradizione: risotti, paste ripiene, torte salate, salse o passato in tegame.
Dall’altra parte della provincia, invece, nel Bassanese, il radicchio prende altre sfumature, un po’ come una fotografia al negativo: la predominanza di colore qui è bianco-crema, con uniformi venature rosso-violacee e il sapore va dal dolce al gradevolmente amarognolo.