Le rigogliose colline, ultime propaggini dei Lessini; le ville e i palazzi storici, tracce di uno splendido passato che il presente ha saputo preservare e tramandare; la particolarità dei terreni, che testimoniano l’antica attività vulcanica dell’area e che oggi percepiamo ancora nelle note minerali dei prestigiosi vini locali. Ecco a voi le “Terre Vulcaniche”, che caratterizzano questa piccola zona a cavallo tra la provincia vicentina e veronese, conosciuta per le sue eccellenze vitivinicole e gastronomiche, per un ambiente dove è ancora la campagna a farla da padrona e per il suo “oceano” di basalto, la roccia che forma gli anfiteatri naturali di Gambellara e di Selva di Montebello.
Oggi è possibile ripercorrere con lo sguardo questo ambiente naturale, ricco di storia, arte e cultura. Ma ancor più affascinante è viverlo, nelle sue tradizioni ed assaporarlo nelle sue tipicità enogastronomiche. I “Ristoratori delle Terre Vulcaniche” portano in tavola le eccellenze locali, valorizzando l’autenticità delle produzioni agricole e artigianali. Un lavoro di ricerca che unisce il profondo rispetto degli ingredienti alla capacità di trasformarli in grandi piatti, per fare della buona tavola una straordinaria occasione di conoscenza e di esperienza del territorio.
Menu degustazione con il Capretto bianco - Nei mesi di marzo/aprile
Cinquecento anni fa, in un Commentario, il veneziano Ortensio Lando scriveva: «Buoni vini havrai nel Frioli, migliori in Vicenza dove anco mangerai perfettissimi capretti». Il riferimento è proprio al “Capretto Bianco” della zona, che ai tempi della Serenissima Repubblica era indubbiamente una specialità degna della mensa dei dogi. Dimenticato per lungo tempo, al punto da essere quasi scomparso nel secolo scorso, il Capretto Bianco è recentemente tornato protagonista della tavola. I Ristoratori delle Terre Vulcaniche lo propongono in menu nelle varie rivisitazioni, senza però dimenticare la tradizione: preparare il capretto come annuncio di primavera, quando la sua squisita carne meglio si sposa con le erbette colte in collina, accompagnandosi egregiamente al vino bianco, asciutto e armonico, della Doc Gambellara.
Menu degustazione con la Trota Iridea della Valle del Chiampo - Nei mesi maggio/giugno
L’abbondanza di corsi d’acqua fa della Valle del Chiampo una zona adatta alla pesca e all’allevamento della trota, una caratteristica che è entrata anche nella tradizione gastronomica con una grande ricchezza di piatti e specialità dove questo prelibato pesce è l’ingrediente principale. La tipologia locale è la Trota Iridea della Valle del Chiampo, chiamata così per i caratteristici riflessi multicolore della sua livrea. Il sapore delicato di questo pesce di acqua dolce ne fa un prodotto particolarmente ricercato dai buongustai, che sanno di poterne trovare un’ampia proposta culinaria tra Altissimo, San Pietro Mussolino, Crespadoro e su fino a Valdagno e Recoaro. La Trota Iridea entra di diritto, dunque, anche nei menu dei “Ristoratori delle Terre Vulcaniche”, che hanno deciso di valorizzare questo prodotto sia attraverso la riproposizione delle ricette più conosciute, sia elaborandone nuovi usi e nuovi abbinamenti.
Menu degustazione con l’uva garganega - Nei mesi di settembre/ottobre
È una delle uve più diffuse nelle province di Verona e Vicenza, protagonista indiscussa nei vini delle Doc Soave e Gambellara, a cominciare dai preziosi spumanti e passiti, come il Recioto o il Vin Santo. Stiamo parlando della Garganega, varietà a bacca bianca, dalla quale i grandi vignaioli della zona sanno estrarre, nei loro vini, i profumi di mandorla e fiori bianchi e il delicato equilibrio degli zuccheri. I basalti delle colline garantiscono una spiccata mineralità, che diventa fonte di ispirazione dei “Ristoratori delle Terre Vulcaniche”. A loro il compito di esaltarne gli aromi in piatti inediti, dove la Garganega diventa protagonista, oppure ottima comprimaria. Per farlo hanno scelto il periodo migliore, l’autunno, quando tutto nei dintorni profuma di vendemmia e di uva pigiata di fresco, pronta a diventare il pregevole vino da abbinare alle proposte gastronomiche.
Menu degustazione Con il Tartufo del Chiampo e il Formaggio di Monte Faldo - Nei mesi di novembre/dicembre
Non c’è alimento che più del tartufo simboleggi il bosco, così come non c’è cibo più del formaggio che richiama gli ampi pascoli. I “Ristoratori delle Terre Vulcaniche” hanno scelto così il Tartufo del Chiampo da un lato e il Formaggio di Monte Faldo dall’altro per rappresentare, nei loro piatti, due caratteristiche del territorio, che nelle alte valli è ricco di prati e zone boschive. Lo “scorzone”, che si raccoglie qui fino all’autunno inoltrato, è un tartufo dal sapore caratteristico e dal profumo aromatico, doti che lo rendono un prodotto pregevole, raffinato e delicato. Sarà per questo che può essere usato in tutti i piatti: dall’antipasto ai primi, fino ai secondi piatti. Il Formaggio di Monte Faldo è il concentrato, in sapore, del lavoro di tanti piccoli allevamenti della zona, dai quali proviene il latte, trasformato in prodotti caseari di altissima qualità per sapore e proprietà organolettiche. Proposto nelle varie stagionature, spazia dal sapore dolce, al piccantino, a quello più intenso e avvolgente, rendendolo adatto a svariati utilizzi in cucina.
I Ristoranti del gruppo:
ALBERGO RISTORANTE GIULIETTA E ROMEO
Via Fratta, 7 - Montorso Vicentino - tel. 0444 686188
info@albergogiuliettaeromeo.it
HOTEL RISTORANTE FRACANZANA
Località Fracanzana, 3 - Montebello Vicentino - tel. 0444 649521
info@fracanzana.com
RISTORANTE LA MARESCIALLA
Contrada Selva - Montebello Vicentino - tel. 0444 649216
lamarescialla97@yahoo.it
RISTORANTE LA MERIDIANA
Via Roma, 58 - Crespadoro - tel. 0444 429017
ristorante.meridiana@gmail.com
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