“Non chiediamo meno regole, chiediamo che vengano applicate le stesse regole per la stessa professione, non solo a tutela della ristorazione, ma anche a salvaguardia dei clienti”. Emanuele Canetti, presidente della Fipe-Confcommercio di Vicenza (che rappresenta le attività di ristorazione e i bar) commenta così la decisione dell’associazione provinciale di scendere in campo per dare la massima diffusione al manifesto “Per non mangiarsi il futuro”.
Il documento, predisposto dalla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) nazionale, è stato inviato al vice primo ministro Luigi Di Maio, al vice primo ministro Matteo Salvini e al ministro dell'Agricoltura e Turismo, Gian Marco Centinaio, con l’intento di portare l’attenzione della politica sulla necessità di avviare un ripensamento della normativa inerente gli operatori che, a vario titolo, si occupano di ristorazione. L’obiettivo: arginare l’incertezza normativa che è fonte di concorrenza sleale per la ristorazione tradizionale.
“In provincia di Vicenza ci sono quasi 2.000 esercizi della ristorazione e oltre 2.600 bar che sono soggetti ad una normativa sanitaria, di pubblica sicurezza e fiscale stringente e che subiscono la concorrenza di circoli privati, di aziende agricole e agriturismi, di eventi e feste di varia natura che nulla hanno nulla a che fare con la tradizione locale, di home restaurant: un mondo “alternativo” per il quale tutto è più semplice e meno oneroso – sottolinea il presidente Canetti -. Noi chiediamo di eliminare queste disparità: chi fa lo stesso mestiere e offre gli stessi servizi, deve rispondere alle stesse normative e agli stessi obblighi.”.
Aspetto, questo, messo in evidenza dal manifesto “Per non mangiarsi il futuro” nel quale Fipe scrive: “se non ti chiami “pubblico esercizio”, non importano i servizi igienici, la presenza di spazi per il personale, gli ambienti di lavorazione idonei, la maggiorazione sulla Tari e il rispetto delle normative di Pubblica Sicurezza. La disparità di condizioni non genera nel mercato soltanto concorrenza sleale, ma finisce per impoverire il mercato stesso con effetti immaginabili sulla qualità del prodotto, sui rischi alimentari dei consumatori, sull’occupazione del settore e l’attrattività delle nostre città”.
Per dare forza e visibilità a queste istanze, Fipe Confcommercio Vicenza invita tutti gli operatori del settore e i clienti a sottoscrivere il manifesto attraverso il form on line presente in questo link.