Per chi associa la parola baccalà al piatto principe della gastronomia vicentina va subito chiarito che qui stiamo parlando di tutt’altro: perché il sapore delicato della “Trippa di baccalà” nasconde, sotto la sensazione gustativa tipica della più classica trippa, un sapore di mare assolutamente inaspettato.
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E dopo un lavoro, certo non semplice, per ricavare il latticcio e pulirlo, Agostino Dal Lago procede con la ricetta, che prevede il classico taglio alla julienne dell’ingrediente, una prima sbollentatura sulle verdure e poi una lenta cottura durante la quale la “Trippa di baccalà” viene insaporita con un trito di spezie e un’aggiunta di pomodoro. L’abbinamento ideale? Con delle patate di Selva di Trissino o con la polenta di mais Marano. E per vino, un Tai Rosso, dal bouquet fresco e fruttato.